Alma Maria Shindler era una donna indubbiamente bella. Oltre a questo era una donna impetuosa, creativa, passionale. Nata in una famiglia di artisti, compositrice, considerata la più bella ragazza di Vienna, diciottenne intreccia una relazione con il già famoso Gustav Klimt. Sarà poi sempre compagna o sposa (tre matrimoni) di uomini colti e di successo; i mariti saranno il compositore Gustav Mahler, poi l'architetto Walter Gropius e infine l'ultimo marito, lo scrittore Franz Werfel. Tra un marito e l'altro, o anche contemporaneamente a loro, Alma non disdegnava la compagnia di amanti.
Alma Mahler (così verrà comunemente conosciuta) poteva portare un uomo a chiedere sostegno psicologico ad un tale Sigmund Freud (Gustav Mahler), o portare un altro a farsi cucire una bambola di peluche a dimensioni reali con le sue fattezze.
Infatti, dopo una breve relazione, Alma lasciò il suo ultimo amante, il pittore Oskar Kokoshka, e gli diede il benservito mentre lui era sotto le armi. Un po' come quando si lascia il ragazzo via mail mentre lui sta attraversando il Tamigi a nuoto... Il pittore diciamo che non la prese propriamente con savoir faire: profondamente scosso dall'abbandono, decise di farsi "confezionare" una Alma tutta per sé. Si dice che incaricò una modista fornendole misure e caratteristiche della sua amata; la bambola avrebbe dovuto avere labbra e lingua (!) ed essere morbida come se fosse fatta di vera carne. Il risultato non fu propriamente quello che lo sconvolto Oskar forse si era immaginato: la bambola era grottesca, inquietante, nulla a che vedere con l'immagine che si era creato nella mente.
Ma Kokoshka superò tutte le barriere: le comprò abiti eleganti, la fece servire da cameriere, la portò con sé alle feste. Fino alla sera in cui, ubriaco o forse solo ormai consapevole dell'assurdità di ciò che aveva creato, fece a brandelli il corpo della bambola e la gettò, macchiata di vino, nel giardino di casa sua.
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